ACCORDO THYSSENKRUPP - TATA STEEL CHE NESSUN DORMA…

Terni -

Come noto si è concluso l'accordo tra ThyssenKrupp e Tata Steel che darà vita al secondo colosso europeo per la produzione di acciaio al carbonio. Da questa operazione rimane fuori il sito AST di Terni. La notizia della joint-venture, segue l'annuncio sulla vendita di AST - avvenuto lo scorso novembre dal CEO Hiesinger - visto che non è più ritenuta strategica la produzione di acciaio inossidabile.

Come da sempre denunciato dall’USB, questo scenario rafforza e conferma tutti i limiti dell'accordo firmato nel 2014, mentre si sta ancora attendendo veda la luce il “grande progetto di recupero scorie".

A poche ore dalla notizia dell'avvenuta joint-venture, è cominciato il rimbalzo di voci circa i possibili acquirenti dell'intera Business Units di Material Services della TK, all'interno della quale è inserito lo stabilimento di Viale Brin. L'USB non accetterà mai che Terni continui ad essere vittima degli interessi tedeschi e si opporrà con forza e determinazione ad ulteriori scelte scellerate che comporteranno ulteriori ridimensionamenti del sito siderurgico ternano.

Il contesto globale vede una riorganizzazione mondiale delle produzioni siderurgiche, che impone delle scelte completamente diverse da quelle assunte in passato e che hanno avuto il solo “merito” di imporre tagli salariali ed occupazionali. In questo scenario, deve essere fortemente messo in discussione il ruolo dell'Unione Europea, vero attore della riorganizzazione su scala continentale del settore siderurgico e che tende con evidenza a privilegiare il centro economico tedesco a discapito

delle periferie produttive, come l'Italia.

Per questo l'USB ha da sempre denunciato le politiche dei vari governi che si sono succeduti dal 2013 fino ad oggi, che non sono stati in grado di mettere in campo strategie in grado di difendere il sito produttivo di Terni, l'unico produttore nazionale di acciaio inossidabile, piegandosi al volere delle proprietà tedesca.

Come organizzazione sindacale ci attiveremo immediatamente, coinvolgendo le Istituzioni locali a partire dal neo Sindaco di Terni, per richiedere l'apertura di un tavolo ministeriale, poiché AST Terni deve diventare immediatamente una questione nazionale. E’ ormai evidente come l'intero comparto della siderurgia ex pubblica, sia messa a rischio e pertanto il nuovo governo nazionale dovrà operare nella direzione della salvaguardia delle produzioni e dei livelli occupazionali, favorendo politiche di rilancio produttivo che sappiano partire dall'ambientalizzazione delle

produzioni. Solo una politica di nazionalizzazione di tale comparto potrà garantire il futuro degli stabilimenti siderurgici italiani, la loro diversificazione produttiva ed il loro rilancio sul mercato.

Per USB, la salvaguardia della produzione di acciaio e in particolar modo dell'acciaio inossidabile, significa agire in direzione del consolidamento dell'intera industria italiana.

Non vorremmo che eventi come quelli del 2004, che portarono alla perdita della produzione nazionale del lamierino magnetico, possano riguardare ancora il futuro del sito ternano.

Pertanto, come USB non accetteremo mai accordi al ribasso e la mancata sottoscrizione dell'ipotesi di accordo del Premio di risultato ne è un’ulteriore riprova.