PROVINCIA DI TERNI. CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA

Terni -

Che la “controriforma delle Province” avrebbe portato ad un progressivo deterioramento di questi Enti, era scritto nelle intenzioni ed azioni adottate dai Governi che, da Monti, Letta fino a Renzi, si sono succedute per rispondere ai diktat della Troika. Una situazione di totale annichilimento e blocco organizzativo e gestionale dei servizi di area vasta erogati ai territori.

Enti, le Province, previsti nella nostra Carta Costituzionale la cui esistenza verrà presto messa in discussione dal referendum sostenuto dal Governo. Enti che fanno parte della storia di questo Paese e che rischiano di essere cancellati con un colpo di spugna, in quanto definiti “inutili”.


Le politiche dei “prelievi forzosi” a vantaggio del bilancio statale, hanno costituito l’arma letale per determinare  uno  scenario  del  quale  tutti,  dalla  politica  alla  società  civile,  hanno  assunto consapevolezza in ritardo, un ritardo per il quale difficilmente sarà possibile attutire la pesantezza e
la portata dei danni.


-Danni per un livello di rappresentatività democratica che risulta cancellato.
-Danni per servizi fondamentali di area vasta, dai quali dipendono importanti diritti di cittadinanza, quali la mobilità e la sicurezza ambientale.
-Danni per un patrimonio umano e professionale che è uscito umiliato e penalizzato da processi di riorganizzazione e mobilità forzata, colpito nella professionalità ed esperienza lavorativa acquisita in anni di lavoro e formazione professionale.


-Lavoratori con alte professionalità costruite negli anni, anche con ingenti investimenti di risorse pubbliche, destinati ad altri Enti per compiti e funzioni diversi.  
-Personale addetto a funzioni proprie delle Province, erroneamente collocato in Regione.
-Personale che avrebbe dovuto seguire le funzioni regionali, lasciato nel dimenticatoio.
-L’intero  Corpo  di  Polizia  Provinciale  di  Terni  azzerato,  ed  interamente  ed  ingiustificatamente
inserito sul Portale per la Mobilità (l’assurda e mal gestita dinamica del portale per la mobilità e la ricollocazione degli Agenti, apre a scenari allarmanti nella pubblica amministrazione).

 
Un contesto nel quale proliferano ricorsi e contenziosi, che tanto costano alla collettività.


Nel Ternano le ricadute del processo di riordino “non” governato dalla Regione dell’Umbria ha assunto  un  profilo  drammatico,  soprattutto  sul  versante  dei  servizi  e  della  loro  sostenibilità
finanziaria ed organizzativa.


I cittadini stanno iniziando ad accorgersi del degrado nel quale versano le manutenzioni stradali, la gestione  del  verde,  le difficoltà  di  intervento  in  caso  di  ghiaccio  e  neve (il  sale  per  l’inverno 2015/16 è stato “offerto” dall’Anas...), per le manutenzioni dei plessi scolastici, per la contrazione
dei controlli e presidi in materia ambientale e per il territorio.


Un territorio mortificato da questa “riorganizzazione” dei servizi e deleghe regionali e dalla Legge di “controriforma” voluta dalla politica. Una politica che a livello locale non è stata in grado di governare ed arginare i processi di smantellamento e deterioramento di servizi fondamentali e che ha guardato all’unico obiettivo di un riaccentramento e regionalizzazione di compiti e funzioni, di contenimento  dei  costi,  in  un  quadro  finanziario  che  vede  la  Provincia  di  Terni  soffrire  il predissesto.

 
Una politica locale e regionale che non ha inteso tutelare le peculiarità, le differenze (vedi questione Polizia Provinciale...) di un Ente e di un territorio che necessitavano di una diversa attenzione e presa in carico.


Lavoratori abbandonati e dimenticati dagli stessi sindacati, quei sindacati che hanno sostenuto ed accompagnato le scelte della politica con accordi scellerati stipulati a livello nazionale e regionale, contribuendo a determinare questo devastante scenario.


Un prezzo alto da pagare per la Provincia di Terni che necessita di un rilancio, di una prospettiva che al momento sembra non esistere, tanto la politica appare inadeguata e ripiegata su sé stessa.


Non può essere certo sufficiente l’atto di indirizzo del Consiglio sulla macro struttura.  
Sono saltati i tempi per la riorganizzazione interna, per la definizione di un modello organizzativo che esprima quello che vorrà “essere e fare” il futuro Ente di Area Vasta.


E’ ferma la contrattazione integrativa decentrata.  


La RSU ha sviluppato azioni ed interventi ad ogni livello, ha presentato proposte e progetti che richiedono  una  presa  in  carico  immediata  e  che  sono  invece  caduti  nel  nulla  e  nella  totale indifferenza.


La  struttura  organizzativa  soffre  per  l’azione  insufficiente  della  dirigenza,  che  determina l’indefinitezza dei ruoli, compiti e funzioni del personale.


I lavoratori del Centro per l’Impiego sono al momento ancora destinati al “limbo” dell’avvalimento e ancora non è chiaro chi e come dovrà farsi carico delle loro problematiche. (pesante la condizione
aggiuntiva di precariato sofferta a Perugia)


Una situazione complessiva quindi di forte degrado e difficoltà, nella quale l’assenza del Bilancio pesa come una spada di Damocle.
E’ necessario un cambio di passo che come USB cercheremo di determinare, ancora insieme alla RSU, nei prossimi giorni.


Perché questo territorio ed i suoi cittadini, che sono anche i lavoratori della Provincia di Terni, hanno  diritto  ad  un  ruolo,  una dignità,  ad  un  giusto  salario,  a  servizi  che  non  possono  essere smantellati dal colpo di spugna di una politica miope e demagogica, impegnata soprattutto nella
strenue difesa del proprio ruolo e rendita di posizione.

FEDERAZIONE REGIONALE USB
LAVORO PUBBLICO