"CON IL FIATO…SOSPESO!"

Terni -

I fatti drammatici che si stanno susseguendo in queste ore al Comune di Terni, certificano il fallimento politico della classe dirigente dell’amministrazione ed il risultato politico di anni di gestione delle attività amministrative che come sindacato più volte non abbiamo condiviso e quindi denunciato.
Le conseguenze di questa logica di gestione del bene comune, ormai pluridecennale, sono molteplici:
Un territorio in piena desertificazione produttiva, che vede in questa giunta una sponda politica per assalti alla diligenza (AST, ex Novelli, ASM tra le più recenti).
Una gestione fallimentare dei servizi pubblici quali ad esempio il TpL, la gestione delle risorse idriche e del ciclo dei rifiuti, ora in mano ad Acea.
Una gestione della macchina amministrativa con una insufficiente valorizzazione della concertazione e partecipazione con la conseguente degenerazione delle relazioni sindacali ed una oligarchia generata con i sindacati complici, spesso messa in atto contro gli interessi della classe lavoratrice di questo territorio.
Un forte e generale scollamento tra la classe dirigente e la cittadinanza.

L'indagine in corso è conseguente alla promiscuità che lega la politica, al mondo cooperativo e del terzo settore che gestisce ormai fondamentali pezzi di servizi socio-sanitari e pubblici. Tutto ciò ha come risultato immediato la proiezione nell'incertezza lavorativa di centinaia di lavoratori e lavoratrici che operano quotidianamente nelle cooperative interessate da tale inchiesta giudiziaria: è verso di loro che si deve indirizzare la massima attenzione di tutta la collettività e lo sforzo più grande per garantirne la piena difesa occupazionale.
L’indagine inoltre ripropone con forza il tema della gestione in forma privatizzata dei pubblici servizi. Per questo, come USB rilanciamo la campagna che, anche a livello nazionale, stiamo da tempo portando avanti, quella per la internalizzazione dei servizi e dei lavoratori.
In generale, il concetto di terziarizzazione dei servizi pubblici nel nostro Paese è ormai fallito ed è evidente come sia servito soprattutto a sdoganare la logica della perdita dei diritti e della compressione dei salari, oltre che a servire ad un inquinamento dei rapporti sociali ed economici in senso burocratico, verticista e quindi corruttibile.
È tempo per la politica e per le forze che si candideranno alla guida del Paese e soprattutto della nostra città, di interrogarsi sulle alternative gestionali dei servizi pubblici, privilegiando in questo senso una rinnovata visione strategica della gestione pubblica dei servizi, essenziali e non.
Per questo, la vicenda dell'Asit di Narni, recentemente divenuta azienda speciale e fortemente voluta dal nostro Sindacato, può essere presa da esempio per la costruzione di un soggetto pubblico in grado di riprendere il controllo dei servizi dati in gestione a privati, contribuendo alla stabilizzazione dei servizi stessi e dei lavoratori.
Come USB non accetteremo che da questa indagine siano a pagare i lavoratori!