Usb su trattative al Comune di Terni per riorganizzazione e gestione dei servizi educativi comunali

Terni -

La meritocrazia nel pubblico impiego? Una bufala pazzesca! Non perché i lavoratori non meritino di essere misurati e magari apprezzati ed incentivati, ma perché chi li dovrebbe valutare spesso è incapace di farlo e finisce per vanificare un’opportunità di crescita, riducendola spesso in strumento di ricatto.
Se poi andiamo a considerare il “premio” economico a disposizione di tutti quei lavoratori “meritevoli”, i più si accorgeranno che - ad esempio nel Comune di Terni - si quantifica in circa 2,30 euro netto al giorno.


Se si considerano poi le possibilità di carriera del lavoratore degli Enti Locali, magari anche valutato come bravissimo ed efficientissimo, si scoprirebbe che sono pari a zero. Allora di quale meritocrazia vogliamo parlare?
Diverso è per la dirigenza, visto che il livello degli incentivi è paragonabile a quello di manager di grandi aziende private e, tenuto conto dell’elevata possibilità di delegare parte del loro lavoro ai propri collaboratori sarebbe corretto intervenire, trasferendo anche parte del loro salario. Sosterremmo più convintamente tale ipotesi, se i risparmi così prodotti venissero convogliati verso coloro che ogni giorno si fanno carico dei compiti più gravosi e cioè ai dipendenti del comparto, oppure se le risorse reperite venissero, come già detto, utilizzate per incentivare quelle posizioni organizzative destinatarie di importanti deleghe da parte del proprio dirigente e che di fatto ne svolgono il lavoro.


Le OO.SS. che vantano la rappresentatività e che sempre sottoscrivono i contratti, dovrebbero però intervenire nel senso sopra auspicato, sostenendo coerentemente una revisione del contratto nazionale della dirigenza. Perché è inaccettabile che coloro che a Roma firmano contratti che prevedono cifre elevate, “più del Presidente del Consiglio” - ricordava una O.S. - poi nei territori vogliono far credere di combattere una battaglia contro ciò che a livello nazionale hanno sostenuto, concordato e sottoscritto.
L’USB le sue proposte per il Comune di Terni, in linea con quelle della RSU e con quanto sopra descritto, le ha fatte in sede dell’ultimo incontro, convocato per le osservazioni della parte sindacale sulla proposta di riorganizzazione della macchina amministrativa avanzata dall’Ente. Su tale proposta, pur ritenendo l’intervento auspicabile, abbiamo continuato ad esprimere grandi dubbi rispetto ad alcune questioni, non secondarie, come la dirigenza e i pensionamenti, le posizioni organizzative, il presunto nuovo direttore generale, gli spostamenti tra direzioni dei lavoratori; tutte questioni sulle quali più avanti avremo modo di intervenire.


La situazione che oggi desta maggiore preoccupazione, data la contingenza dei tempi, è quella che si sta determinando presso i Servizi Educativi Comunali, il cui annunciato potenziamento, con la relativa strategia di promozione, si sta trasformando invece in un processo di privatizzazione, mentre la parte gestita direttamente dal Comune, sconta gravi ritardi organizzativi che contribuiscono a demotivare l’utenza. E’ nota anche la situazione del presunto blocco delle assunzioni a tempo determinato per il sostegno ai bambini più deboli o per la supplenze. Su tale blocco, le posizioni dei due assessori coinvolti sembrano non coincidere. Se infatti l’Assessore Piacenti aveva parlato di “diniego” da parte del Ministero, alla richiesta avanzata dall’A.C. volta ad ottenere una deroga al blocco, diniego ovviamente motivato dalla situazione di bilancio ed alla bocciatura del Piano di Rientro, l’Assessora alla Scuola nei giorni scorsi ha invece ribadito che quella richiesta di deroga ancora non è stata inoltrata. Sinceramente lo troviamo non solo contraddittorio, ma anche molto strano visto che l’anno scolastico è alle porte.


Poniamo una domanda all’Assessora ed alla Dirigente del Settore: «Non è che per caso vi sono già state rinunce da parte di qualche genitore che ha ritenuto di fare una scelta diversa e quei posti non vengono riassegnati ad altri bambini in graduatoria, così da creare un soprannumero di educatrici da utilizzare per il sostegno e/o per le sostituzioni?».


A pensar male si fa peccato...e noi speriamo che questo non stia avvenendo, perché sarebbe contrario alla legge e molto grave sul piano etico. Aspettiamo dunque risposte che ci confermino il normale scorrimento delle graduatorie per l’inserimento dei bambini nei nidi e nei centri educativi.


Alla luce di quanto evidenziato l’avvio dell’anno scolastico si prospetta più difficoltoso, complesso e ricco di incognite di quanto sia stato negli ultimi anni, che pure non sono stati semplici, né per il personale dei S.E.C. né per le famiglie dei bambini.