ASSOCIAZIONE TEMA UN OBIETTIVO MISERAMENTE E DRAMMATICAMENTE FALLITO
Dobbiamo nostro malgrado rilevare che la TEMA, struttura costituita al Comune di Orvieto per essere uno strumento importante di promozione culturale del territorio e che avrebbe dovuto e voluto sviluppare professionalità anche nel settore dei servizi turistici della città, non è più un’azienda culturale adeguatamente organizzata e di riferimento per il territorio.
Possiamo ritenere superata e forse definitivamente conclusa la sua ultradecennale esperienza e la sua funzione strategica per l’orvietano. Oggi la TEMA è stata ridotta ad una realtà disorganizzata e destrutturata, che gestisce il Teatro Mancinelli e la sua Stagione Teatrale e poco più.
E in presenza di questa attività ridotta, l’attuale CdA sta sgretolando ciò che resta della sua struttura organizzativa e mortificando il suo funzionamento: restano sei lavoratori, troppi ad avviso del Presidente Paggetti, per la sola attività teatrale; restano cinque membri del CdA, troppi ad avviso dei lavoratori.
La programmazione 2019 ad oggi vede poche attività, pochi finanziamenti certi e nessun lavoratore dell’organico che si occupi di ricerca fondi, di bandi pubblici e di lavorare alla ideazione e organizzazione di progetti e eventi. Oltre alla Stagione altre attività forse verranno programmate, grazie all’ingegno e il prodigarsi volenteroso dei membri del CdA.
Eventi occasionali, che nascono grazie ad una collaborazione, ad un finanziamento una tantum, ad un’amicizia … altro che “soggetto di riferimento per il territorio dell’Area Interna Sud Ovest Orvietano per l’organizzazione e produzione di spettacoli, eventi e manifestazioni”, come ribadito nell’ultimo comunicato stampa a firma del CdA.
Dichiarazioni di soddisfazione ed entusiasmo che bocciamo in toto perché sanno solo di mistificazione, autoreferenzialità.
Il progetto del CdA/Comune che, dal momento in cui ci siamo fatti carico della “vertenza TEMA” come Sindacato abbiamo denunciato, si sta esplicitando man mano: non è di dare sviluppo alla TEMA né di cambiarne la struttura giuridica come abbiamo sentito in ogni occasione dichiarare al Sindaco ed al Presidente del CdA, ma di tenerla a “bagnomaria”, cuocerla a fuoco lento più di quanto sia già cotta, con la sola preoccupazione di non fare esplodere il debito.
Debito maturato oltre dieci anni fa, di cui nessuno si fa carico, nessuno è responsabile e che è ancora tutto lì, gestito con altro debito, altri mutui, come quelli recentemente negoziati dall’Associazione senza prospettive di sviluppo, senza un affidabile piano di attività che garantisca la crescita dell’attività e quindi la capacità di rimborso del dovuto da parte dell’Associazione.
Si è assistito negli ultimi anni al governo della TEMA da parte di CdA che hanno assunto funzioni di direzione e operative senza migliorare la situazione finanziaria, ma con l’effetto di dimezzare l’attività dell’Associazione e perdendo la gestione dell’evento principale, il festival Umbria Jazz Winter, ora interamente affidato alla Fondazione perugina. Nessuno si è adoperato per aiutare l’organizzazione interna, ma si è proceduto semplicemente con la progressiva riduzione del personale dipendente e deteriorando anche le relazioni interne. Nessuno si è impegnato veramente per lavorare in un regime di sintonia interna, né tra componenti i CdA, né col Comune di Orvieto che ne nomina la maggioranza e che ne orienta comunque le scelte.
D’altra parte insieme ai lavoratori sosteniamo da anni che la TEMA da tempo avrebbe avuto bisogno di una seria ristrutturazione della propria governance e di una seria gestione, col minore danno possibile, delle passività accumulate nei primi dieci anni di attività che andavano necessariamente “ammortizzate”.
Ma il Comune, irresponsabilmente, non ne ha interesse, non se ne occupa, determinando una condizione che inevitabilmente si scaricherà sul territorio e sulla condizione economico-produttiva della città. D’altro canto i CdA sono composti da membri che fanno un altro lavoro e assumono l’incarico a titolo gratuito per spirito di servizio, cosa gli si può chiedere di più?