AST Terni: un accordo ponte a cui manca un piano nazionale della siderurgia
Si è svolto oggi 22 dicembre, convocato dal MISE in modalità web, l’incontro su AST (Acciai Speciali Terni) controllata dalla Thyssen Krupp. Oggetto della riunione la ratifica in sede ministeriale dell’accordo ponte sottoscritto tra l’azienda, le organizzazioni sindacali territoriali e la RSU, il 16 dicembre 2020.
La Thyssen Krupp da tempo ha posto in vendita l’AST azienda specializzata in produzione di acciaio inox, affidando alla JP Morgan, l’operazione che dovrebbe concludersi entro il 2021.
L’accordo ponte prevede il mantenimento occupazionale e salariale. All’ultra-attività del contratto integrativo, si aggiungono 20 milioni di euro di investimenti, mentre a fronte delle dimissioni volontarie e incentivate la stabilizzazione di lavoratori in numero equivalente alle uscite. A questo numero si aggiungono 17 lavoratori somministrati il cui contratto non era stato rinnovato lo scorso mese di giugno.
Se da una parte l’accordo ponte concretizza alcune garanzie occupazionali e salariali, la messa in vendita dell’AST, non garantisce automaticamente un futuro industriale solido.
La delegazione USB ha richiamato le responsabilità del governo sia rispetto all’AST in quanto unico produttore italiano di acciaio inox, ma ancora di più rispetto a tutto il tessuto siderurgico italiano.
È significativo che nella stessa giornata, il MISE ha organizzato due incontri sulle principali aziende siderurgiche, ArcelorMittal e AST. Alla richiesta di che fine avesse fatto l’incontro sul piano nazionale della siderurgia richiesto da tempo, il sottosegretario Todde per il Governo ha rimandato senza fornire una data.
Una dilazione nel tempo grave, che non rispetta l’esigenza oggettiva di avere un tavolo unico sull’acciaio, centrale per il settore industriale e delle infrastrutture, che coinvolge migliaia di occupati e ha un impatto
considerevole su ambiente e territori.
Sia che si tratti di AST, ArcelorMittal, JSW o Arvedi, siamo convinti che solo l’intervento diretto dello Stato, attraverso una nazionalizzazione sia in grado di garantire un piano credibile, per risorse e progettualità e rispondere all’interesse generale, fuori e al di sopra degli interessi conflittuali delle aziende e dei loro azionisti privati.
Al governo abbiamo chiesto, di andare oltre il monitoraggio dell’accordo ponte e della vendita di AST, se vuole difendere l’occupazione, l’ambiente e garantire la produzione dell’acciaio inox serve una politica coerente.
Il governo deve fare la sua parte entrare nel processo di acquisizione di AST, fermare l’emorragia industriale dell’aerea ternana, abbattere i costi energetici per i forni elettrici, tutelare e vincolare lo sviluppo industriale al rispetto dell’ambiente .
22 – 12- 2020
USB Industria- Siderurgia
RSU USB Acciai Speciali Terni
Federazione Provinciale USB Terni