AST Terni, USB: continuare a produrre INOX per garantire occupazione e ambiente. Ora un piano nazionale per la siderurgia
Mercoledì 21 ottobre si è svolto in via telematica l’incontro convocato dal Ministero dello Sviluppo Economico tra le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali e l’amministratore delegato AST Terni, Massimiliano Burelli, alla presenza delle sottosegretarie Alessandra Todde e Alessia Morani, in seguito alla volontà di cessione da parte della Thyssenkrupp del sito di Terni.
Come USB abbiamo chiesto al Governo di ufficializzare le reali intenzioni sull’AST e sull’intero settore siderurgico chiedendo di farlo in una sede di confronto specifica. Occorre un piano di rilancio della siderurgia, un settore centrale se vogliamo pensare all’industria, allo sviluppo delle infrastrutture e della cantieristica, con un grado di minima indipendenza dalle produzioni europee ed extra-europee.
Mentre in Germania si pensa a forti investimenti, 10 miliardi entro il 2030 e altri 20 entro il 2050 per l’acciaio, puntando ad una produzione a basso impatto ambientale, in Italia il quadro è desolante, senza un futuro definito delle produzioni siderurgiche, i siti di Taranto, Piombino e Terni avranno un destino drammaticamente segnato, dal punto di vista occupazionale e ambientale.
Lo diciamo da tempo: di fronte agli interessi conflittuali dei privati, solo un intervento diretto dello Stato, una nazionalizzazione, è in grado di tenere insieme piani di sviluppo, esigenze industriali del paese, occupazione e tutela ambientale del territorio. La ricetta delle aziende di socializzare le perdite e tenersi i profitti, non parla agli interessi generali.
Nello specifico la vicenda AST di Terni è emblematica: unico produttore italiano di acciaio inossidabile, dal 2012 rimbalza da una parte all’altra. Quell’anno la Commissione Europea ha rigettato la vendita di AST alla finlandese Outokumpu, da allora il sito di Terni è tornato nella mani della ThyssenKrupp che più volte ha dichiarato l'uscita dalla produzione dell’acciaio non più core business.
Alla scadenza dell'accordo ponte, firmato al MISE, che doveva garantire ;livelli occupazionali, produzione e investimenti, Burelli ha comunicato l'impossibilità di mantenere fede agli investimenti e alla trasformazione dei contratti interinali, non garantendo più il numero complessivo di 2350 lavoratori diretti.
La vendita di AST, per la sua produzione strategica non può essere una cosa tra privati, il Governo deve avere la forza di trattare direttamente con la proprietà.
A termine dell'incontro:
Registriamo la proposta dell’AD di aprire un confronto con le organizzazioni sindacali territoriali per un ulteriore accordo ponte, che abbia come obiettivo la gestione della fase “transitoria” da qui alla vendita, ma ribadiamo che non saranno accettati ridimensionamenti occupazionali, nè qualsiasi “riorganizzazione mascherata”.
Verificheremo se di fronte alla nostra denuncia, l’azienda terrà fede all’impegno di riprendere i programmi di manutenzione.
Guardiamo con attenzione alla dichiarazione della sottosegretaria Todde sulla strategicità di AST e circa l’impegno del Ministero a monitorare quotidianamente gli sviluppi sul sito ternano, lo stesso MISE ha sollecitato la firma in tempi brevi, di un accordo ponte che salvaguardi il sito e i livelli occupazionali.
La Todde poi, ha dichiarato che il Governo sta lavorando al piano nazionale sull’industria siderurgica, anche utilizzando le risorse del Recovery Fund, accompagnando la trasformazione delle produzioni di acciaio con la riduzione dei costi energetici e con un minor impatto ambientale.
Seguiremo con attenzione i passaggi che accompagneranno il piano nazionale della siderurgia a livello nazionale e in UE, da quest’ultima sede uscirà il parere sulla fattibilità e le risorse che saranno concesse.
È un quadro complesso che mantiene aperte tutte le nostre preoccupazioni, per questo mentre chiediamo al Governo un tavolo di confronto stabile rilanciamo l’urgenza dell’intervento diretto del pubblico a difesa dell’occupazione e dell’ambiente.
Sul sito di Terni, come USB diciamo che è giunto il tempo del rilancio territoriale, un territorio che grida vendetta dopo anni di produzioni industriali che hanno flagellato l’ambiente e la salute dei lavoratori e della popolazione. Un rilancio duraturo, sostenibile e diversificato.
21/10/2020
USB Lavoro Privato - Siderurgia
RSU USB AST –Terni