COMUNE DI TERNI: LA CORSA PIU' PAZZA DEL MONDO

Terni -

L’esilarante rincorsa,  tra la Uil la Cisl e la Cgil (in ordine di apparizione) alla quale stiamo assistendo al Comune di Terni, somiglia un pò alla Wacky Races, la famosa “Corsa più pazza del Mondo” con il mitico Maddley protagonista, dove i partecipanti si intralciano a vicenda per potersi superare.

Così mentre la Uil afferma che è lei la più brava e la più bella, la Cisl gli risponde sull’interruzione dei termini di prescrizione per il recupero della RIA, sottintendendo che l’intervento della Uil è quantomeno superfluo, se non di sola facciata, mentre la Cgil colpisce ai fianchi sull’anticipo della rata di produttività, affermando che la richiesta era partita anche dalle altre sigle “presenti al tavolo”.

È una macchietta vederli sfidarsi a chi si è svegliato prima, cercando di apparire come “scudiero dall’elmo efficace”, dimenticandosi che in questi ultimi anni, mentre erano in braccio a Morfeo, l’A.C. ha tagliato circa 450.000 € dal fondo del salario accessorio, ha fatto valere il blocco al 50% per le progressioni orizzontali inserito dagli stessi dormienti nel Contratto Integrativo Decentrato - che di fatto impedisce a molti lavoratori del Comune di Terni di accedere a questa possibilità - mentre niente è avvenuto per i Dirigenti, i quali continuano a percepire le loro indennità senza aver subito alcun significativo ridimensionamento, grazie al solito gioco delle tre carte messo in campo dai sindacati complici.

Ora se è vero che questo Assessore al Personale, senza nessuna fatica, ha confermato (guarda un po’ anche su richiesta dell’USB, ma soprattutto su richiesta della RSU) il ripristino della prima rata di produttività, è anche vero che resta tutta in piedi la pesante diminuzione del salario accessorio che, come hanno potuto accertare tutti i lavoratori, ha contribuito alla riduzione della produttività che si è determinata per oltre 400 euro a lavoratore.

Attutire questi tagli era compito di chi sedeva ai tavoli di trattativa, difendendo l’autonomia della contrattazione decentrata, cosa che non è stata fatta. Bisognava applicarsi ed esercitare la difficile arte del concetto; più comodo, molto più comodo, seguire i consigli che provenivano dalla Ragioneria Generale dello Stato, così che ognuno avesse le spalle coperte.

Ma che si potesse operare in maniera diversa lo stabilisce anche la Corte dei conti della Sicilia, le cui affermazioni vengono sintetizzate dal Quotidiano Enti Locali e P.A., inserto del Sole 24Ore, nel seguente modo: “In altre parole, la scelta su come effettuare la verifica è totalmente in carico agli operatori i quali dovranno agire secondo i soliti canoni di logica, razionalità, proporzionalità, correttezza e buona fede.” Proprio come USB sostiene da almeno 3 anni.

Ora dopo l’avallo dei decreti attuativi della riforma Madia, finalmente si pone fine a questo scippo di risorse dei lavoratori e per il 2017 (art.23) non è più previsto alcun taglio, sebbene sia previsto l’obbligo di non superare il tetto del fondo del salario accessorio del 2016. In pratica vengono stabilizzati i tagli finora apportati e, conseguentemente si vanifica ogni possibilità di recupero.

Proprio su questo versante anche l’Aran, dopo la Corte dei Conti, ci dice che il vincolo del tetto è imprescindibile e forse non può essere superato neanche dalla spesa dovuta per la progettazione interna sebbene questa, come è notorio, porti significativi risparmi per l’A.C..

Da qui l’amara riflessione: si può intervenire con l’interruzione dei termini di prescrizione come fatto dalla Cisl al Comune di Terni ma, se il limite 2016 del fondo non potrà essere superato, il rischio è che i soldi della RIA che l’amministrazione si è tenuta in modo improprio in questi anni, non potranno essere più recuperati.

Per questo sarebbe il caso di farla finita con questi atteggiamenti di bassa lega ed iniziare a lavorare insieme per poter recuperare il maltolto, per cancellare quell’odioso limite del 50% per le progressioni orizzontali ed assicurare le stesse possibilità anche a chi sino ad ora è ancora fermo nella categoria di appartenenza.
Elaboriamo un progetto ed una strategia. Facciamolo insieme, magari dentro quella RSU boicottata da tempo da molti attori e principalmente da un’intera sigla sindacale, quella stessa sigla che poi fa proclami disconnessi con la realtà.

Purtroppo per loro l’USB c’è e ci sarà. Non saranno i sindacati c.d. “tradizionali” a determinarne l’allontanamento, ma saranno i lavoratori e le lavoratrici ai quali rimetteremo senza indugio il giudizio su questa esperienza e la volontà a volerla sostenere ed incentivare.



Federazione USB Lavoro Pubblico-Comune di Terni