EX CEMENTIR AFFONDO FINALE! LA PROPRIETA' CHIUDE LA CAVA E LICENZIA GLI OPERAI. CI SIAMO, NON CI STUPIAMO: LOTTIAMO!
La situazione era chiara da anni:
10 anni fa, sindacati concertativi e amministrazioni locali, accettarono di cancellare il 10 % dei posti di lavoro dello stabilimento.
Poco più di due anni fa, alla pretesa di Caltagirone di licenziare 21 lavoratori si rispose con un accordo che prevedeva la riduzione dei posti di lavoro, la precarizzazione e la divisione dei lavoratori della fabbrica, tra dipendenti ed esternalizzati.
Poi la vendita secondo un copione già visto. Chi si ricorda di quando il Cotonificio fu comprato da Cariboni che si occupava di costruire palazzi e non di filare la lana? E’ sempre la stessa storia, la storia di un capitalismo libero di seguire la pista del proprio profitto quando lo si asseconda con accordi a perdere che vengono poi regolarmente disattesi, perché per i “capitani d’industria”, quegli accordi servono solo a prendere tempo, per organizzarsi meglio per raggiungere l’obiettivo prefissato che nel caso dell’ITALCEMENTI è la chiusura dello stabilimento di Spoleto.
Cosa si è fatto in questo tempo? Nulla! Se non accordi a perdere, che hanno colpito i lavoratori in termini di posti di lavoro e di garanzie sul lavoro.
La città non è stata coinvolta e ciò sta a dire una cosa semplice. Chi aveva l’interesse a non inimicarsi una città in lotta e poteva intervenire avendo il potere di farlo, non si è mosso, navigando a vista dietro gli interessi forti che hanno spogliato lo stabilimento di San Angelo in Mercole.
Se non metti un peso forte (la città), forte tanto da controbilanciare gli interessi industriali e finanziari che hanno pilotato tutte le scelte di deindustrializzazione a spese dei lavoratori e nell’interesse degli equilibri di mercato dei padroni del cemento, la battaglia è persa in partenza.
Se non lo hanno fatto vuol dire però che sulle amministrazioni cittadine e regionali degli ultimi anni, sui sindacati concertativi, hanno pesato più i gruppi che si sono palleggiati la Cementir che la vita di 200 lavoratori (questo è il numero di chi sarà colpito dalla chiusura, considerando l’indotto).
Rinnoviamo pertanto l’appello alla mobilitazione unitaria dei lavoratori fino allo sciopero cittadino, della città fino alla manifestazione di piazza, per aprire le orecchie a chi amministra Spoleto e l’Umbria, perché ogni soluzione nell’immediato passa necessariamente attraverso l’impegno concreto dei soggetti istituzionali e sindacali che possono, se vogliono, rendere non conveniente la chiusura ai padroni dell’ITALCEMENTI.
Ettore Magrini - UNIONE SINDACALE DI BASE SPOLETO