Il 1° Maggio USB a Spoleto contro guerra e sfruttamento, per la giustizia sociale e la difesa dell’ambiente
Il 1° Maggio la USB chiama lavoratrici e lavoratori in Piazza della Libertà a Spoleto, alle ore 11, per contestare le scelte antipopolari ed interventiste del Governo Draghi di unità nazionale, totalmente appiattito sulle posizioni della Nato e di Confindustria e incapace a prendere provvedimenti seri per rispondere alle difficoltà crescenti dei ceti popolari.
Incredibilmente, il Governo, invece di puntare senza indugi ad un negoziato per fermare un conflitto alimentato ogni giorno da una cultura di guerra che rischia di portarci ad una terribile catastrofe nucleare, sta spostando risorse verso la spesa militare, che salirà al 2% del PIL.
Un incremento di 13 miliardi per nuove armi e basi, sottraendo fondamentali finanziamenti alla Sanità (meno 0,6 %), alla Scuola (meno 0,5%), ai trasporti, alla spesa sociale e alla tutela ambientale. Questi provvedimenti hanno dell’incredibile, visti i timidi, diversi propositi annunciati e soprattutto per l’assoluta incomprensione della gravità degli effetti del combinato pandemia - carovita e dell’esigenza di garantire Servizi Pubblici essenziali per tutti i cittadini.
Oltretutto Draghi conferma ulteriori privatizzazioni e sostegni solo alle grandi imprese, nessuna politica occupazionale per salvaguardare il fragile territorio, assenza di interventi a favore di redditi e pensioni da fame o per l’accesso ai beni di prima necessità e all’energia. Scelte vergognose ed inaccettabili, contro le quali la USB si è da subito impegnata per una forte opposizione, già il 22 aprile a Roma abbiamo manifestato insieme agli studenti contro la guerra, lo sfruttamento e le speculazioni sui prezzi, presentando di pari passo anche due proposte di legge.
La prima per contribuire a fermare una guerra mai dichiarata ma purtroppo reale, di cui pochi parlano, quella dei mille morti sul lavoro all’anno, delle mutilazioni e delle invalidità, con pene severissime per i datori di lavoro inosservanti della prevenzione dei rischi per la salute e la sicurezza, con norme più stringenti per le aziende e maggiori tutele dei delegati sindacali che denunciano comportamenti illegali e omissioni.
La seconda proposta di legge è quella del salario minimo di 10 euro l’ora per legge contro il lavoro “povero” super sfruttato! Riguarda vasti settori del lavoro precario, dove sono concentrate moltissime donne con part-time involontario, del lavoro intermittente o parasubordinato (finte partite IVA), del mondo degli appalti. Naturalmente il salario minimo di 10 euro/h non risolverebbe l’enorme problema salariale (visto che l’Italia è l’unico paese in Europa dove gli stipendi sono più bassi di 30 anni fa), ma, insieme all’indicizzazione automatica di salari e pensioni all’inflazione, sarebbe una base di partenza per rivendicazioni di veri aumenti dopo tanti anni di continuo ribasso e per creare le condizioni di una svolta con i lavoratori protagonisti.
Discuteremo in piazza di tutto ciò e soprattutto delle lotte più significative delle varie realtà lavorative umbre. Interverrà il rappresentante USB Trasporti Gianluca Liviabella, tra i protagonisti della vertenza dei lavoratori di Busitalia che sta suscitando notevole interesse e che simboleggia emblematicamente cosa fare e perché. Seguiranno testimonianze di conflitti per la difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori delle Acciaierie di Terni (AST), della logistica di Perugia, della scuola di Spoleto e della sanità di Foligno.
Unione Sindacale di Base Umbria