"Il miglior partito, quando c'è possibilità di scelta, è affidarsi all'inerzia. E' la più grande forza che ci sia al mondo". Rex Stout (La traccia del serpente -Nero Wolf)

Terni -

Agosto è arrivato e con esso anche la scadenza dell’ultimo ennesimo “impegno”, assunto dal Presidente e Vice Presidente della Provincia di Terni che è stato puntualmente…disatteso!.


Nulla sul versante della riorganizzazione dell’Ente ove si seguita a navigare “a vista” e, solo grazie al senso di responsabilità dei dipendenti alle prese con gli scarsi mezzi a disposizione, si riesce ancora a garantire il livello minimo dei servizi che è necessario erogare ai cittadini ed al territorio.


Un “muro di gomma”, per il quale questa amministrazione verrà certamente dimenticata.


Un’incredibile ed eclatante sudditanza politica ed amministrativa imposta ad un intero territorio, quello del ternano, per il quale non si è voluto avviare alcuna trattativa con la Regione dell’Umbria utile a salvaguardare questo Ente e le professionalità che è in grado di esprimere, molte delle quali andate disperse.


Questione di campanile? Ovviamente no!


Su tutti vale l’esempio del Corpo della Polizia Provinciale di Terni, “dissolto” anche se caratterizzato da numeri in organico veramente esigui, (15 operatori). Una scelta praticata in spregio all’importanza e rilevanza dei servizi di vigilanza rivolti al territorio, attività e presidi che andrebbero ritenuti inderogabili, visto che i reati ambientali sono spesso ai primi posti nella cronaca locale.


Ed intanto il 21 luglio ad Umbertide (altra Provincia…altra storia…) si è inaugurata la nuova sede della Polizia Provinciale.


In quel territorio i conti alla fine torneranno ed i servizi verranno in qualche modo salvaguardati. I presidi ed i servizi resteranno, nonostante i numeri certamente importanti degli organici da ricollocare (circa 120 unità). Si è ricercata ed è stata trovata una quadra su di una riorganizzazione che tuteli il livello minimo dei servizi  erogati dal Corpo.


Altri sindacati quelli di Perugia? Nel ternano, per soli 15 elementi non si è voluto trovare una soluzione. Chiamatelo campanile se avete coraggio!!





A Terni, gli unici atti adottati, sono stati caratterizzati da evidenti profili di illegittimità, con clamorosi “ripensamenti” indotti da citazioni in giudizio, argomentati con “esigenze di servizio” che ormai rappresentano il problema cronico di tutta la struttura provinciale.


Ultimo atto quello che ha riguardato coloro che erano stati forzati alla pensione con la pre-fornero.


Ora qualche sindacato che a Perugia tutto può, a Terni brandisce diffide contro chi non si capisce, visto che lo stesso sindacato ha fornito una sponda a percorsi che hanno determinato la situazione di inerzia nella quale ancora l’Ente annaspa, fornendo un presupposto fondamentale, un contributo a creare questa situazione di dannoso immobilismo nel quale ancora ci troviamo.


L’atto di riorganizzazione e con esso l’individuazione dei soprannumerari, siano essi pensionandi o appartenenti a servizi che vanno riorganizzati, costituisce l’elemento imprescindibile di legittimità nonché politico, propedeutico a qualsiasi progetto volto a ridisegnare l’Ente dopo la “controriforma” scellerata che ha colpito le Province.


La RSU quell’atto lo aveva bocciato, le scelte che hanno dissolto il Corpo della Polizia Provinciale non le aveva condivise, bensì in ogni modo contrastate.


Il perché alla Provincia di Perugia sia accaduto altro, ce lo dovrebbero spiegare bene.


La riorganizzazione, anche se considerata in progress ed oggetto di aggiornamento e modifiche, è stata adottata da più di un anno. La struttura viene calibrata sulla necessità dei servizi, sulla tutela dei posti di lavoro e sulla valorizzazione delle professionalità. Nonostante i numeri di personale, più che doppi rispetto a quelli di Terni, il disegno della microstruttura interna è ormai cosa fatta ed è all’attenzione della Giunta.


Come mai questa vistosa differenza? È solo questione di competenza o anche di azione politica e sindacale?


Ad ottobre scade il mandato del Presidente Di Girolamo, il quale ha già affermato che non si ricandiderà.


Non crediamo che dovremo essere molto preoccupati per questo, visto che la sua azione politica non lascerà alcun segno se non il vuoto organizzativo di una classe politica piegata alle esigenze di altri territori, non certo a quelle del ternano.