LA R.S.U. UN PATRIMONIO DEI LAVORATORI CHE VA SALVAGUARDATO
Gianni Trovati sul Sole 24 Ore apre un focus sui salari integrativi degli Enti, riprendendo i dati pubblicati nel Rapporto Comuni di ErmesPa.
Evidenzia la forte discrasia del contenuto economico degli integrativi tra enti, prendendo a riferimento Giffoni -dove i lavoratori hanno a disposizione oltre 14.000 € l’anno pro-capite e Grazzanise- dove la capienza del salario accessorio permette riconoscimenti per soli 426 euro/anno a dipendente.
Cifre che stimolano curiosità ma, se ci soffermiamo sul titolo dell’articolo, si può cogliere appieno la strumentalità dello stesso.
Mentre all’Aran infatti si sta discutendo di un rinnovo contrattuale che somiglia più ad un’elemosina, concessa oltretutto in cambio della totale sudditanza, il Sole 24 ore titola “AI DIPENDENTI DEI COMUNI DUE MILIARDI DI INDENNITÀ” e infarcisce il testo, dipingendo il salario accessorio come “paradiso” dei dipendenti comunali o “uno dei misteri più gelosamente custoditi”, soldi “attorcigliati in un gomitolo di parametri che nemmeno i più esperti riescono a dipanare”.
Il nuovo tentativo di arringare l’opinione dei cittadini contro i lavoratori pubblici appare evidente e che ciò avvenga in un momento come questo, non è ovviamente un caso.
Tra l’altro in questo articolo Trovati dimentica le tante variabili che possono incidere nella costituzione del fondo del salario accessorio, strumento pensato nel 1999, per tentare di fornire risposte diverse alle peculiarità di ogni territorio e, a seconda delle necessità, nel pieno rispetto dell’autonomia della contrattazione decentrata.
Una prerogativa quella della contrattazione tanto cara a Cgil Cisl e Uil, (nel settore privato), ma che poi (nel pubblico impiego), viene dagli stessi costantemente mortificata e abbandonata.
L’azione sindacale nel Comune di Terni ne è una prova.
Invece di difendere il salario, applicando riduzioni in linea con la legge, si è preferito attuare quello che dettava un mero parere, taglieggiando i soldi dei lavoratori.
Così, come nella paradossale vicenda del recupero della RIA “dimenticata” dall’Ente, invece di attivare un’opposizione alla scelta insieme ai lavoratori, insistendo al tavolo della trattativa, si è preferito andare dal giudice, chi per singolo lavoratore, chi tutti insieme, dando un altro buon motivo alla Corte dei Conti per bocciare il piano di riequilibrio del Comune, ed alla Giunta di accedere al famigerato fondo di rotazione che, stando alle cifre prodotte dalla Uil (francamente ci sembrano esagerate), produrrebbero danni per 12.000 €/anno a dipendente.
In definitiva, da un lato Cgil Cisl e Ui, affermano di non volere il dissesto mentre, dall’altro, contribuiscono a determinarlo.
In uno degli ultimi incontri con l’A.C., avevamo richiamato tutti alla responsabilità, chiesto di risolvere la vicenda a fari spenti, cercando di trovare una mediazione, fare insomma quello che deve un buon sindacato ed una amministrazione responsabile nell’interesse comune dei lavoratori e dell’Ente.
Non è stato possibile, perché questa Amministrazione ha preferito cedere alla scelta fumosa delle conciliazioni, determinando un altro pericoloso gioco da parte delle altre sigle sindacali, quello al rialzo, ognuno a tutela della propria immagine.
Ed i lavoratori? Ad essi è riservata la denigrazione di alcuni giornalisti, a ciò assoldati, ed un rinnovo di contratto che, per un piatto di lenticchie, rischia di svendere ogni dignità.
Abbiamo chiesto alla RSU, proprio in virtù dell’autonomia sino ad oggi praticata, di giocare la propria parte sino in fondo.
Il forte tentativo di disconoscimento praticato dalle altre sigle sindacali (con la complicità dell’amministrazione) in particolare della Uil, che da oltre un anno non partecipa ai lavori della RSU, non deve a nostro avviso mortificare l’intervento di questo importante organismo di rappresentanza generale dei lavoratori, che ha sempre messo in campo un’azione propositiva e concreta, anche in un contesto di forte difficoltà.
Abbiamo chiesto alle componenti presenti in RSU di affrontare i tanti problemi e preoccupazioni che certamente soffrono i lavoratori, a partire dalle inefficienze organizzative, fino alle sofferenze salariali legate alle dinamiche della contrattazione, quali le progressioni economiche, la produttività e tanto altro, per valutare tutti assieme la situazione e le possibili soluzioni e prospettive.
E’ in questo quadro di grande difficoltà che abbiamo rappresentato, che la RSU all’unanimità ha deciso di indire l’assemblea generale dei lavoratori, prevista per mercoledì 29 novembre.
Come USB vogliamo lanciare un appello alla presenza, perché sarà importante confrontarci sul presente e futuro della nostra amministrazione.
La RSU è patrimonio di tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti, e non po’ essere usata solo per qualche titolo di propaganda sui giornali dopo le elezioni.
Federazione di Terni USB