LAVORATORI HARSCO - PRIMA DI TUTTO OCCORRE CHIAREZZA SUL FUTURO OCCUPAZIONALE
Finalmente, come per incanto e con tempismo perfetto, l’AST ha comunicato il vincitore
dell’appalto internazionale per la gestione delle scorie risultanti dal processo lavorativo dello stabilimento di Terni.
Bene, ma non benissimo, considerata la lunga e snervante attesa che hanno dovuto subire i lavoratori in forza in Harsco -in stanza in AST-, come non benissimo sono stati accolti dagli stessi lavoratori i tempi e i modi del fine parto, avvenuto lontano da occhi e orecchie interessate forzatamente lontane dallo stabilimento.
Ovviamente, considerata l’autorevolezza della commissione di vigilanza presieduta dal Dott. Craticalà, siamo fiduciosi sulla bontà della scelta avvenuta, scelta ponderata e basata su numerosi controlli e accorgimenti di natura tecnico amministrativa riguardanti i due ambiziosi competitor principali scelta che, non vorremmo però, possa avere come maggiore prerogativa quella del ribasso dei costi gestionali.
Sappiamo tutti come finì il lungo e travagliato percorso che ha portato all’accordo nel 2014 tra governo, sindacati e Thyssenkrupp, che ha scaricato sui lavoratori l’intero costo della ristrutturazione, con il ridimensionamento di oltre 350 unità degli occupati in AST e senza nessuna certezza per i lavoratori delle ditte terze operanti nel sito siderurgico.
Una disfatta che, i più lungimiranti, hanno considerato deleteria non solo per il presente ma, soprattutto, per il futuro sempre più plumbeo e pieno zeppo di interrogativi.
Ora, senza dimenticare il delicato momento che vede protagonista l’AST stessa, in merito all’annunciata vendita brandita come un’arma da parte della casa madre tedesca, si sta prospettando quello che purtroppo si temeva.
La mancanza di regole certe sulla consequenzialità dei cambi d’appalto interni, regalerà ai tanti lavoratori dell’uscente Harsco una fine estate ricca di preoccupazione mista a panico, una preoccupazione legittima quanto attuale che, ahinoi, è figlia della scellerata gestione della vertenza del 2014.
La Federazione USB, vista l’imminente scadenza dei contratti di appalto, chiederà il
coinvolgimento delle Istituzioni locali, mettendo in campo tutte le azioni volte a fare chiarezza prima di tutto sui livelli occupazionali, per chiedere che tutta la forza lavoro sia assorbita dalla multinazionale TAPOJARVI, ma anche sulle tecnologie adottate per il miglioramento ambientale,
questione annosa che deve essere affrontata immediatamente e nella giusta direzione.
Siamo infatti convinti che la produzione di acciaio può e deve avvenire limitando gli elementi impattanti sulla salute del territorio ternano, attuando politiche industriali volte al rafforzamento di AST nel contesto globale e ponendo il sito siderurgico all’avanguardia, con l’utilizzo delle migliori tecnologie presenti nel settore.
Terni, 21 agosto 2018
LA FEDERAZIONE LAVORO PRIVATO
USB TERNI