TRA IL DIRE E IL FARE ...C'È IL "PRIVATIZZARE"!
La pubblicazione, con un mese di anticipo, della circolare ministeriale per le iscrizioni nelle scuole di ogni ordine e grado, riapre vecchie ferite e nuovi dubbi negli utenti delle scuole comunali.
Quante e quali, tra le scuole "superstiti", dopo la famosa delibera che ha disposto chiusura e statizzazione, non subiranno il medesimo destino di chiusura e dismissione avvenuto per le altre? Per quali scuole dell'infanzia comunali sarà possibile presentare la domanda di iscrizione?
Visto il “pastrocchio” dello scorso anno, ancora vivo nelle menti delle circa 70 famiglie lasciate "a piedi" da questa amministrazione, nonostante le richieste di iscrizione dei loro bambini fossero già state ricevute, protocollate e collocate in graduatoria, quali altre sorprese dovremo aspettarci ancora quest’anno?
Per quanto ancora l’A.C. continuerà ad avere questo atteggiamento di sufficienza verso i propri cittadini più piccoli e le loro famiglie?
Perché gli obiettivi assegnati al Dipartimento Promozione Sistema formativo e sociale, che in questi giorni vengono illustrati ai dipendenti, riguardano esclusivamente i Laboratori, i progetti del sistema formativo integrato e il sostegno della rete dei servizi privati? Dove sono finiti gli obiettivi “sfidanti” sugli Asili Nido e sulle Scuole dell’Infanzia?
A queste domande si aggiungono le preoccupazioni dettate dalle forti difficoltà nelle quali sia i servizi che gli uffici scolastici sono stati costretti.
Per cominciare, nei nidi d'infanzia ancora non sono stati completati gli organici e le varie assenze, anche di più di una unità nello stesso servizio, alcune molto prolungate (nell'ordine di vari mesi o dell'intero anno scolastico) stanno determinando, in un periodo tanto delicato, dedicato agli inserimenti dei nuovi bambini, condizioni di disparità tra un nido e l'altro, determinando per alcune educatrici pesanti sovraccarichi di lavoro.
A questa condizione si va a sommare quella delle assenze giornaliere o di brevi periodi, visto che per le sostituzioni viene applicato un sistema rigido, che non tiene conto di alcune importanti variabili quali l'orario di minore compresenza del personale, l'età dei bambini (in particolare dei lattanti, che hanno esigenze di sonno e alimentazione spesso molto differenziate) e l'orario e le giornate di apertura dei servizi.
Non bastasse, per sopperire alle assenze senza ricorrere al personale supplente, si chiede al personale di prolungare il proprio orario non con il lavoro straordinario retribuito, ma attingendo al monte ore, che il CCNL destina alla formazione, programmazione e gestione sociale. Il personale dei S.E.C. è, in più, costretto a destreggiarsi tra piccole difficoltà quotidiane a causa della totale mancanza di interventi di piccola manutenzione, che non viene effettuata per mancanza di fondi.
E’quindi del tutto evidente la scelta della Giunta di indebolire progressivamente i S.E.C., per giungere alla loro eutanasia: quale disegno c’è dietro?
Dove è finito il tanto sbandierato incremento dei servizi 0-3 anni ? Già finito nel dimenticatoio?
Nessuno dei gruppi, che si sarebbero dovuti occupare della riorganizzazione dei S.E.C., della Carta dei Servizi, ecc. ha ancora avviato la propria attività, (i lavori avrebbero dovuto concludersi entro il 2016).
Non basta, anche negli uffici amministrativi non si respira un'aria migliore. Tensioni, affanni, pressioni sono i profumi che ammorbano l’aria e chiunque acceda a questi uffici, se ne rende immediatamente conto. Le competenze e i compiti da svolgere sono cresciuti, mentre il personale è costantemente diminuito.
Oltre ai trasferimenti improvvisi e non concordati nei tempi e nelle modalità, l’assegnazione di unità agli Staff degli assessori e soprattutto il loro mancato rientro, nonostante gli assessori non ci siano più, hanno causato una perdita consistente di risorse umane, che stanno mettendo in grave crisi di organico gli uffici del Dipartimento dei servizi educativi.
La situazione illustrata ha cause che vengono da lontano, risiedono indubbiamente nel mancato turn-over, nel taglio dei trasferimenti, nel vessatorio atteggiamento del Governo nei confronti del personale del Pubblico Impiego, ma anche da scelte discutibili dell’Ente. Una riorganizzazione della macchina comunale fatta in maniera scriteriata, senza alcuna conoscenza della realtà operativa dei settori, calata dall'alto ad approfondire la frattura tra amministratori e lavoratori e ad alimentare gli attriti tra dirigenti, col risultato di paralizzare l’intero apparato.
Un’amministrazione che a Giugno dichiara a gran voce l'intenzione di incrementare e progettare nuovi Servizi Educativi, ma che poi riduce quelli che già esistono in uno stato di abbandono come quello attuale, non solo non è attendibile, ma sta alimentando situazioni imbarazzanti tra le famiglie del nostro territorio che avrebbero bisogno di servizi efficienti ed innovativi che questa amministrazione ha evidentemente abortito...” tra il dire e il fare…”.
USB P.I. - UMBRIA