Umbria, Province e Città Metropolitane: responsabilità e rispetto
RESPONSABILITA’ E RISPETTO
L’Unione Sindacale di Base, nell’apprendere della proclamazione dello sciopero dei lavoratori di Province e Città Metropolitane di CGIL, CISL e UIL per la giornata del 6 ottobre, non può non evidenziare le responsabilità, le contraddizioni ed i ritardi che caratterizzano questa annosa vertenza.
Sono note infatti ai lavoratori le scelte di questi sindacati, praticate con accordi, protocolli di intesa sottoscritti con il Governo, le Regioni e Confindustria, che hanno sostenuto l’azione di distruzione della politica ai danni di Province e Città Metropolitane ed attestato l’incredibile situazione di collasso e difficoltà generale oggi sofferta.
A distanza di 9 mesi dall’esito del referendum sulla riforma Costituzionale, che prevedeva anche la soppressione delle Province e che ha registrato l’insufficiente contrasto da parte della CGIL ed addirittura il sostegno di CISL e UIL, tardano ad arrivare le soluzioni da parte del governo per garantire la sostenibilità dei servizi fondamentali da erogare ai cittadini ed ai territori.
Gli interventi di manutenzione e messa in sicurezza degli istituti scolastici, della viabilità e delle strade, i controlli e la vigilanza ambientale, soccombono all’assenza di risorse e personale sufficienti a garantirne il livello minimo essenziale.
Il lavoratori di questi Enti soffrono una condizione di forte disagio per l’attacco ai diritti fondamentali, alla propria dignità e professionalità fino al pagamento degli stipendi, oggi messi in discussione in diversi enti.
Una condizione di difficoltà economica generalizzata prodotta dalle politiche dei tagli, che comporta l’assenza dei livelli minimi di sicurezza necessari a garantire gli interventi tecnici e di manutenzione nei territori, che sempre più spesso soffrono i disagi legati alle condizioni straordinarie dettate dal crescente dissesto idrogeologico del nostro Paese, indotto anche dai numerosi eventi climatici avversi.
Così come i lavoratori dei Centri per l’Impiego soffrono una condizione di forte incertezza sul proprio futuro occupazionale e dei servizi, nel momento cruciale di entrata in vigore della legge sul Jobs Act.
Rischia infatti di essere vanificato il percorso di stabilizzazione dei quasi duemila precari, in assenza della collocazione della funzione e degli organici presso le Regioni, soluzione che tarda ad arrivare.
Una vertenza quella delle Province e Città Metropolitane lunga e complessa, della quale l’USB si è prontamente fatta carico fin dal 2013, anche tramite la proclamazione di scioperi, in perfetta solitudine, mentre CGIL CISL e UIL si impegnavano a fornire una sponda formidabile alla politica, nell’opera di devastazione di questi Enti.
Comprendiamo la drammaticità della situazione sofferta dai lavoratori delle Province, Città Metropolitane e Centri per l’Impiego, perché la viviamo ogni giorno, ma come Sindacato non ci sentiamo di scioperare con chi è corresponsabile dello sfacelo che stiamo vivendo.
Restiamo comunque al fianco dei lavoratori che decideranno di aderire. Pieno rispetto per chi vorrà esercitare questa scelta in libertà, perché lo sciopero è un diritto individuale.
L’USB sta costruendo un grande sciopero generale nazionale che si terrà nel mese di novembre e che unirà le vertenze nazionali e locali dei lavoratori di questo Paese, per i quali la dignità, il diritto al lavoro ed alla retribuzione sono messi fortemente in discussione.
Uno sciopero che darà voce a tutti i cittadini e cittadine contro la condizione di disagio crescente prodotta dalle scelte scellerate della politica che, sistematicamente, stanno determinando lo smantellamento del welfare e dello stato sociale.
Terni, 21 settembre 2017