UNA RIORGANIZZAZIONE NON UTILE A NESSUNO…O FORSE SI!
In ogni ente che organizza o riorganizza le proprie funzioni, ci sono tre fattori da tenere in considerazione:
-le ragioni della politica
-le ragioni dei lavoratori
-le ragioni del servizio.
Le ultime amministrazioni che si sono succedute al Comune di Orvieto hanno imposto la loro strategia, prendendo lo scivoloso esempio dell’azienda privata. Che sia per vincoli stretti di bilancio, per l’approccio ideologico al problema, per la poca volontà e competenza nel comprendere cosa significa “governance pubblica”, negli ultimi 15 anni la materia della riorganizzazione del personale al Comune di Orvieto è sempre stata appannaggio delle Giunte di turno, finendo sistematicamente in un vicolo cieco e spesso con il depotenziamento dei servizi e un forte disagio per il personale.
Se l’azienda privata ha l’obiettivo dei profitti e dei dividendi, l’ente pubblico ha quello di far funzionare la vita quotidiana di una comunità e mantenere la coesione sociale della stessa, altrimenti non ci chiameremo Comune di Orvieto, ma ad esempio, “Orvieto Servizi S.p.A.”
Come le precedenti quindi, anche questa amministrazione affronta il problema usando in modo specioso il rapporto fra bilancio dell’ente e numero dei dipendenti in una dotazione organica tra l’altro mai attualizzata, fra la spesa pro capite per il personale e servizi paragonata con altri comuni umbri, spostando lavoratori e funzioni come pedine in un gioco all’interno di una cornice per niente chiara, spesso a scapito delle professionalità e competenze acquisite con le anzianità di servizio.
Questo orientamento, già da USB contestato fin dalla prima proposta del gennaio 2016, viene riproposto ad un anno di distanza, con piccole correzioni e senza una minima rispondenza economica o il necessario raffronto con le disponibilità economiche del Fondo del personale, con il rischio effettivo di mettere in discussione la stessa erogazione di importanti servizi quali ad esempio la reperibilità h24 del personale tecnico e operaio.
La grande occasione dell’uscita anticipata dal pre dissesto, offerta e sbandierata come opportunità di tornare ad essere una “città”, presuppone necessariamente una macchina organizzativa adeguata, che va ben oltre il semplice schema piramidale proposto al tavolo sindacale dal quale è difficile cogliere gli obiettivi strategici dell’amministrazione.
Leggiamo sulla stampa comunicati del Sindaco e dell’Assessore al Personale nei quali si parla di “Strategia delle Aree Interne” con progetti da presentare entro giugno, di “7 milioni di euro di nuovi investimenti”, di “risorse triplicate per la cultura e la promozione turistica”, di “maggiori risorse per i servizi sociali, per i trasporti scolastici, gli asili nido”, tutte azioni che comportano una gestione e un’organizzazione del lavoro qualificata e di alto livello.
Sulla Delibera di riorganizzazione licenziata dalla Giunta, di contro si legge che al Settore Servizi Sociali è stata tolta la figura apicale di Alta Professionalità che coordinava l’ambito dei comuni dell’orvietano, a vantaggio degli Affari Istituzionali e Legali.
Sempre nel citato atto, vengono messi in evidenza come prima voce di previsione di bilancio “risparmi per € 270.000,00 per la spesa del personale ridotto di altre 7 unità” e, nel contempo, si decide di esternalizzare il servizio di gestione e controllo dei parcheggi, mentre l’Ufficio Relazioni con il pubblico viene accorpato ai Servizi demografici per carenza di dipendenti.
Scelte quantomeno contraddittorie.
Nell’incontro con l’Amministrazione del 10 aprile scorso a cui USB ha partecipato, abbiamo avanzato proposte e richieste precise, tenendo presente che ad oggi si evidenzia soprattutto come, al centro del caos che si è determinato nella gestione del percorso della riorganizzazione della macchina comunale, certamente non ci sono le ragioni dei lavoratori visto che, non solo ancora non è chiaro dove e come dovranno lavorare, ma addirittura il proprio salario accessorio è bloccato da ben 3 anni, compreso il compenso che spetta per legge dello Stato ai tecnici che si assumono pesanti responsabilità sui lavori pubblici. Gli emolumenti del personale tecnico non viene erogato solo perché la Giunta, in tre anni, non è riuscita ad approvare un regolamento per l’erogazione delle spettanze. Così accade che, mentre i lavoratori continuano ad erogare servizi al meglio delle possibilità e spesso in assenza di direttive e di programmazione del lavoro, resta bloccato ogni istituto contrattuale economico.
Al centro delle ragioni di questa riorganizzazione quindi, non possono essere ravvisate nemmeno le ragioni dei servizi: tra quelli esternalizzati, quelli depotenziati e gli altri accorpati, non si riesce a cogliere né un miglioramento, né un modo per razionalizzare la spesa e restituire alla città gli improbabili risparmi.
Rimangono ancora una volta forti ed indistruttibili, le ragioni della politica e del suo bisogno di propaganda, ragioni che un sindacato confederale debole, (quello che Cgil Cisl e Uil pensano ancora di rappresentare), continua a gratificare e a lisciare con l’inefficacia della propria azione, sperando magari che qualche briciola cada dal tavolo delle decisioni per poterla spacciare ai lavoratori come conquista.
L’USB farà la sua parte in questa paradossale situazione di stallo che tanto danneggia i servizi ed i lavoratori del Comune, ad iniziare dalla ferma opposizione a scelte che non condividiamo, tramite le azioni politiche e sindacali che svilupperemo come Federazione e con il supporto fondamentale della nostra componente in RSU.
LA FEDERAZIONE USB